domenica 8 marzo 2009

Pil

Notizie di questi giorni stime della Bankitalia portebbero il Pil italiano nel 2009 al -2.6%, mentre, sempre in questi giorni, L'Eurostat, l'ufficio Europeo della statistica, ha reso noto che il Pil, per i paesei della zona Euro, nel quarto trimestre del 2008 è stato del -1.5%.
Tutto questo parlare di Pil mi ha fatto pensare se mi ricordassi cosa diavolo fosse ed il perchè dovesse preoccuparmi ill fatto che fosse in diminuzione o meglio, come dicono gli economisti, il fatto che il tasso di crescita del Pil sia negativo. (il che fa già riflettere sul modo in cui si deve vivere l'economia. É contemplata solo la crescita se non è positiva allora si cresce negativi).
Quindi se non avete voglia di un po di nozionismo sul pil potete subito non proseguire e passare alla parte due altrimenti buon nozionismo
Quale principale indicatore macro-economico dello stato di benessere di una nazione ( non a caso si parla spesso di reddito pro capite come rapporto tra Pil/n° di cittadini) il Pil può essere considerato in 3 modi :
1)Il PIL è il valore dei beni e dei servizi finali prodotti nell'economia in un dato periodo di tempo (normalmente l'anno)
La cosa fondamentale è la parola finali
Supponiamo di avere un 'economia composta da due sole imprese:
azienda (a) che vende acciaio a 100 euro pagando 80 euro i suoi lavoratori e tenendo 20 euro come profitto e l'impresa (b) che produce automobili acquistando acciaio a 100 euro e vendendole a 210 euro. Per fare questo però l'impresa (b) paga i suoi lavoratori 70 euro realizzando un profitto pari a 40 euro ( 210-100 (acquisdto acciaio) -70 (salari)).
In base alla definizione data il Pil per la nostra economia è solo il valore della produzione finale dell'economia ovvero quella delle automobili pari a 210 euro. Non si tiene conto dell'impresa a perchè il bene che produce è un bene intermedio il cui valore è già contemplato all'interno del valore del bene finale automobile.
2) Il Pil è la somma del valore aggiunto nell'economia in un dato periodo di tempo
Il valore aggiunto che un'impresa da al suo processo produttivo è pari al valore della sua produzione al netto del valore dei beni intermedi utilizzati nella produzione stessa.
Nel nostro esempio quindi il vlaore aggiunto dell'impresa (a) è di 100 euro perchè non utilizza beni intermedi per produrre acciaio. Mentre il valore aggiunto dell'impresa (b) è pari a 210-100 (bene intermedio dell'acciaio). Pertanto il pil della nostra mini economia è di nuovo pari a 210 euro.
3) Il Pil è la somma dei redditi di tutta l'economia in un dato periodo di tempo
Ovvero il valore agiunto di un'ecomia (diferenza tra valore della produzione e valore dei beni intermedi) deve prendere almeno una di queste vie: retribuzione ai lavoratori, profitti alle imprese o imposte indirette al governo.
Nella nostra mini economia di imposte non abbiamo.
Pero abbiamo che i profitti sono 20 per l'impresa (a) e 40 per l'impresa (b), mentre i redditi di lavoro sono 80 per l'impresa (a) e 70 per l'imprea (b). PeRtanto il nostro Pil è la somma di redditi da lavoro e profitti dell'intera economia è pari a 150+60=210.
Ecco una cosa che mi interessa finalmente.Il pil allora non è solo profitti, ma anche reddito da lavoro ed è almeno un motivo in più di preoccupazione se questo cala (per sapere info su composizione pil statunitense http://www.gpoaccess.gov/eop/ o http://www.bea.gov/bea/pubs.htm)
Occorre ancora sapere che come ogni misurazione economica, il PIL può essere misurato in termini reali o termini nominali. Misurare il Pil in termini nominali vuol dire misurarlo nel suo valore espresso in moneta attuale. Esprimerlo in termini reali vuol dire depurarlo da eventuali variazioni dei prezzi. Dividendo il PIL nominale per il PIL reale otteniamo un indice chiamato "deflatore del PIL" che da il prezzo medio dei beni finali prodotti nell'economia. Per capire ciò basti immaginare che il pil nominale cresca mentre quello reale resti costante. Ciò significherebbe che l'aumento sarebbe dovuto solamente all'aumento dei prezzi.
Ma perchè in questo periodo ci si preoccupa tanto di sostenere consumi o spesa pubblica? Si è parlato di Pil ma non si è ancora visto realmente quale siano le componenti del Pil.
La prima componente del Pil sono i consumi finali (c), negli stati uniti il principale paese indistrulizzato al mondo la componente consumi raggiunge quasi il 70%. Significa che redditi da lavoro, tasse e profitti (definizione 3 del Pil) sono costituiti per il 70% da consumo. Magari è ovvio ma se si pensa che il Pil è comunemente accettato come principale indicatore del benessere di un'economia significa affermare che questo dipende per il 70% dal consumo.
la seconda componente del pil è l'investimento inteso come investimento non immobiliare o produttivo (impianti e macchinari da parte delle imprese) einvestimento immobiliare (acquisto nuove case). L'investimento mediamente costituisce il 13/15% del Pil. La terza componente del Pil è la spesa pubblica in beni e servizi ovvero i beni e servizi acquistati dallo stato o dagli enti pubblici. Tralasciamo la quarta componente del Pil che sono le esportazione al netto delle importazioni e abbiamo già le risposte del tanto affannarsi a sostenere la nostra economia tramite consumi e spesa pubblica.
Parte 2
Sarà per il momento di crisi ma ultimemnte nel mondo capitalistico sembra esserci un po una rivisitazione dell'importanza del pil come principale indicatore economico di benessere.
Mentre il ministro dell'Economia Tremonti Tremonti sostiene che il Pil non fotografa adeguatamente certi punti di forza dell'economia nazionale, dal ruolo del volontariato al risparmio delle famiglie il presidente francese Nicolas Sarkozy ha creato una nuova «Commissione sulla misurazione delle performance economiche e del progresso sociale» che farà rapporto in aprile. Ci lavorano vari premi Nobel dell'Economia, da Joseph Stiglitz (che la presiede) a Amartya Sen, a Daniel Kahneman. L'italiano Enrico Giovannini, capo- statistico dell'Ocse e da anni animatore degli studi su questi temi, guida il gruppo sulla valutazione dei dati attuali di crescita. Un secondo gruppo lavora sul «Pil verde» e la sostenibilità ambientale, un terzo guidato da Alan Krueger di Princeton su come si misuri la qualità della vita.La commissione, coordinata da Jean-Paul Fitoussi a fianco di Stiglitz, mostrerà che i paradossi non mancano e cercherà di trarne indicazioni. La crescita cinese fa meno impressione se si tiene conto della devastazione dell'ambiente e delle falde, con il 60% delle città ormai spesso senz'acqua. L'estrazione del petrolio consuma risorse della terra, eppure viene stimata come aumento netto del Pil. E la sanità americana contribuisce all'economia meno di quella francese o italiana, non il doppio come oggi, se la si valuta sui risultati (quanti cittadini sono in salute) e non sul fatturato (quanto costa). C'è un paradosso che va anche oltre: in una recente audizione al Congresso Usa, lo scrittore Jonathan Rowe ha così definito il suo «eroe del Pil»: è un malato terminale di cancro impegnato in una costosa causa di divorzio. Un uomo così, con il fatturato che porta a ospedali e studi legali, contribuisce all'economia più di un marito felice e in perfetta salute. L'elenco dell'assurdo in realtà sarebbe anche più lungo. In base ai criteri attuali, fa meglio alla crescita consumare carburante fermi in un ingorgo, magari ammalando di asma da smog i bambini del quartiere, che prendere la metropolitana.
C'è da sperare che aldilà del momento che stiamo vivendo, in cui c'è una certa furba comodità a rivisitare determinati indicatori quando questi si presentano negativi, ci sia una reale consapevolezza a modificare gli indicatori economici volti a misurae più i risulatti che la spesa. E questo anche alla luce della spesa pubblica che il governo ha varato come sostegno al Pil con l'avvio delle grandi opere (senza entrare nel merito, di cui non ho competenza su ponti e non ponti si spera che si guardi alla'efficacia più che alla crescita tramite spesa).
Per concludere:

« Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow Jones né i successi del Paese sulla base del Prodotto Interno Lordo. Il PIL comprende l'inquinamento dell’aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana… Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione e della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia e la solidità dei valori familiari. Non tiene conto della giustizia dei nostri tribunali, né dell'equità dei rapporti fra noi. Non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione. Misura tutto, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta »
(Robert Kennedy - Discorso tenuto il 18 marzo 1968 alla Kansas University)

So long

Fonti (Blanchard, Macroecomia ed Mulino, Wikipedia, Corriera della sera)

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